EARTH, WIND & WATER

EARTH, WIND & WATER

Marzo 9, 2023 0 Di Redazione PD

Avventure sportive sostenibili e sicure con materiali ‘green’ e tecnologici.

Immergersi nella natura per corroborare il corpo e l’anima, rispettando e amando la madre Terra come mai prima d’ora: il settore dell’abbigliamento e delle attrezzature per lo sport e il tempo libero è tra i più intraprendenti nello sviluppo di applicazioni per materiali e tecnologie ad alte prestazioni e ridotto impatto ambientale.

DUE RUOTE LIGHT
La bici è green e sempre più chic: i ciclisti sono una nutrita realtà, ma gli altri utenti della strada continuano a non vederli. Per non parlar delle buche… l’elegante e-bike Nocturne di Edgenity integra nel sottile telaio di fibra di carbonio le batterie e monta linee di luci LED sul manubrio e luci rosse brillanti sotto il sellino. Prodotta finora in 50 esemplari, la bicicletta è equipaggiata con un display posto sull’estremità frontale della canna, che fornisce informazioni sul livello di carica della batteria, la velocità di marcia, i chilometri percorsi e segnala se le luci sono state accese. Sensori simili a quelli di impiego standard sui velivoli monitorano le condizioni del veicolo, la pendenza della strada, il variare delle condizioni meteorologiche; un motore ad alto rendimento, con coppia massima di 40Nm, è abbinato a efficienti freni a disco, sposando adrenalina e sicurezza. Queste ultime sono assicurate anche con i cerchioni Convergence che We Are One dedica alle mountain bike. La loro robustezza permette una corsa più spedita; sono stati ottimizzati valutando gli effetti di urti laterali e rinforzando le zone critiche con le pellicole composite ZRT di Boston Materials. I cerchioni presentano sfaccettature alternate con inclinazioni di 7,5° per ridurre il carico sui nippli e sui raggi, migliorando l’aderenza sui terreni accidentati.

Nocturne di Edgenity è un e-bike che schiarisce la via al ciclista con un potente set di luci e migliora l’affidabilità delle batterie racchiudendole nel telaio di fibra di carbonio.
Riducendo la profondità dei cerchi e ridisegnando gli orientamenti dei laminati di fibra di carbonio, i cerchioni Convergence di We Are One migliorano l’aderenza della mountain bike sui terreni accidentati.


AMARE IL MARE, SAGGIAMENTE

La barca a vela First 44E ha richiesto tre anni di sviluppo congiunto di Beneteau Group con Arkema: impiega la resina termoplastica riciclabile Elium.
Il programma green della divisione statunitense di Yamaha Marine, lanciato nel 2019, si sviluppo con l’utilizzo di CNF (nanofibre di cellulosa) per i componenti di imbarcazioni a motore che saranno proposte sul mercato nel 2024.

Le prime applicazioni di materiali a minor impatto ambientale solcano le onde. Il salone nautico di Parigi (3-10 dicembre 2022) ha accolto First 44E, la barca a vela che Beneteau Group ha realizzato interamente con la resina termoplastica Elium di Arkema. Come il nome stesso sottolinea orgogliosamente, si tratta della prima imbarcazione prodotta su scala industriale con il sistema tradizionale a infusione in cui lo scafo in composito è riciclabile, grazie a un processo di termolisi che, al momento della dismissione, separa le fibre di vetro dalla resina per riutilizzarla in nuovi componenti di barche. La divisione statunitense Yamaha Marine impiegherà resine rinforzate con nanofibre di cellulosa (CNF) ricavata dalle piante nella produzione di componenti per imbarcazioni, in particolare per alcuni modelli di moto d’acqua e barche a motore sportive: la sviluppo del materiale vedrà la collaborazione di Yamaha Motor e Nippon Paper Industries. I rinforzi ottenuti da biomassa irrobustiscono una matrice polimerica (per esempio polipropilene) creando un composito più leggero del 25% rispetto ai materiali in uso ed efficacemente riciclabile.

SULLE NEVI IN SCIOLTEZZA

Niente vibrazioni, tanta resistenza per gli sci Slap di ZAG, grazie ai rinforzi in fibra di lino ampliTex; secondo Bcomp, che li produce, queste fibre vegetali sono in grado di attutire le vibrazione del 250% in più rispetto alle fibre di carbonio.
Sono in fase di collaudo nei resort sciistici gli scarponi zUFO ideati da Hervé Fredouille, fondatore dell’omonima startup: la calzatura in tessuto waterproof ha un esoscheletro in fibra di carbonio.


Gli scarponi da sci della startup francese zUFO, un concept protetto da brevetto che entrerà in produzione nella stagione 2023-24, si sono aggiudicati un premio “CES Award 2023” nella categoria Sostenibilità. La loro struttura modulare consta di 12 componenti assemblati senza l’uso di colle, che permette l’agile sostituzione di parti usurate prolungando la vita utile della calzatura; inoltre, possono essere usati indifferentemente per sci alpinismo e nella discesa su pista, bypassando la segmentazione del settore sport & leisure che conduce al moltiplicarsi dei prodotti sul mercato. Il concept è innovativo anche in termini di comfort: elimina i gusci di materiale plastico rigido degli scarponi tradizionali, sostituendoli con un esoscheletro che assolve la funzionalità meccanica di trasmissione di forze dal corpo dell’atleta allo sci, mentre la protezione dal freddo e dalla neve è assicurata da una calzatura morbida in tessuto. La fibra di carbonio è essenziale anche nel raggiungere i traguardi di leggerezza richiesti dalle discipline dello sci fuoripista e freetouring (salite e discese con gli sci ai piedi): tuttavia, gli sci con anima in legno e rinforzi in carbonio, così apprezzati in salita, mostrano alcune controindicazioni in condizioni atmosferiche variabili e al gelo.
La loro rigidità e il peso ridotto trasmettono allo sciatore vibrazioni fastidiose. La collezione Slap di ZAG Skis riduce queste ultime in misura importante, conservando robustezza e leggerezza grazia all’uso del rinforzi in fibra di lino ampliTex di Bcomp.
La resistenza e le prestazioni di ammortizzazione di questi semilavorati sostenibili sono state collaudate, tra l’altro, nei sedili delle vetture di Formula 1 di McLaren e nei pannelli per satellite dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea).


ESCHE E CIABATTINE CHE VANNO SCOMPARENDO

Balena, BioCycling in Action Un’alternativa sostenibile al TPU è l’elastomero BioCir di Balena, collaudato nelle ciabattine colorate alla cannella: confortevoli, ‘cool’, compostabili.

Esca artificiale stampata a iniezione con la nuova resina PLA di Teijin Frontier: contiene un agente chimico che ne accelera la biodegradazione, da calibrare secondo la vita utile dei prodotti.

Una formulazione PLA che si biodegrada più rapidamente delle altre in acque marine e fluviali e nel terreno è stata sviluppata da Teijin Frontier (divisione del gruppo Teijin dedicata alla trasformazione di prodotti e fibre). Al cuore dell’innovazione c’è un composto chimico che accelera il processo di idrolisi riducendo il peso molecolare del polimero; durante le fasi di lavorazione e di stoccaggio, l’alleggerimento è molto contenuto, come nelle formulazioni PLA in commercio, perciò la stampabilità e la trasparenza non ne risentono. Adatta per stampaggio a iniezione ed estrusione, e per la produzione di tessili e tessuti non tessuti, la nuova resina è ottenuta da materie prime di origine vegetale, perciò genera CO2 in quantità ridotta e riduce il rilascio di microplastiche in virtù della migliorata biodegradabilità.
Il mercato globale dei polimeri biodegradabili è stato stimato in 4,1 miliardi di dollari statunitensi nel 2021, in espansione al ritmo di 9,7%: con questi numeri, Balena prefigura un’ampia diffusione del suo BioCir, un elastomero termoplastico compostabile in impianti industriali. Il materiale è costituito per il 60% da fonti biobased, presenta una durezza variabile di 70-90 Shore A che raggiunge i 40 nella formulazione espansa e ha superato con successo il debutto sul mercato: disegnate e prodotte in Italia, le ciabattine BioCir Slide, colorate e profumate alla cannella, sono state calzate la scorsa estate nelle vie e sulle spiagge di Tel Aviv. Esaurito il loro uso, l’acquirente può restituirle a Balena perché tornino alla terra.
A.F.

I concentrati Cesa di Avient permettono la tracciabilità delle fibre usate per capi di abbigliamento e tessili per l’arredo, a garanzia dell’impiego di materiale riciclato o di origine controllata

QUANDO L’ETICHETTA NON MENTE
“La complessità che caratterizza la supply chain dell’industria tessile rende difficile la tracciabilità dei prodotti. Ciò costituisce un problema in caso di reclami ma anche quando i capi siano etichettati specificando la percentuale di materiale riciclato o certificati per provenienza”, spiega Mauro Dallavalle, senior marketing manager della divisione tessile di Avient. L’azienda ha lanciato la gamma di concentrati Cesa che contengono speciali marcatori, incorporati nelle fibre durante la tintura in centrifuga e personalizzati per ogni cliente e linea produttiva; la loro presenza è rilevabile nei capi d’abbigliamento e nei tessili per arredamento finiti tramite test dedicati. I concentrati attualmente disponibili sono dedicati alle fibre poliestere e poliammide; usando gradi riciclati, si misceleranno a essi prima dell’estrusione in pellet. La gamma Cesa è in linea con gli standard EN, DIN e UNI del settore e permette la combinazione con il colore in un unico prodotto.