IL RICHIAMO DELLA RIVIERA

IL RICHIAMO DELLA RIVIERA

Giugno 14, 2023 0 Di Redazione PD

Gioioso e chic: l’outdoor secondo Eugeni Quitllet.

Con la sedia da bistrot Monaco, la materia plastica – polipropilene 100% riciclato post-industrial – debutta nella produzione di Perennials and Sutherland.

Alla galleria Made4Art di via Ciovasso 17, durante la Milano Design Week (17-23 aprile), si sono incontrati il design colto e sensuale di un progettista catalano, la raffinata manifattura di un brand di arredo per l’ospitalità made in Texas e l’allure mitica, ma tuttora percepibile nella luminosità del cielo e nella frizzante brezza marina, della Riviera francese.
La collezione, composta da una sedia e da un tavolo da bistrot declinati in molteplici varianti, non può che chiamarsi Monaco, e il loro design nasce dall’equilibrio di funzionalità ed emozione calibrato dal bravo e carismatico Eugeni Quitllet: direttore creativo di Sutherland Furniture, firma una coppia elegante, sostenibile, accattivante al primo sguardo e confortevole al primo uso.


LO ‘STORYBOARD’
Le sedute Monaco mixano materiali e influenze eterogenee in un invito al relax e all’assaporare il benessere di un momento all’aria aperta: in Costa Azzurra, in Catalogna, in Texas e ovunque cielo, terra e mare siano a portata dei sensi.
“Conosco David Sutherland sin dal 2006, – spiega Eugeni Quitllet – la nostra collaborazione si è costruita tra Monaco, Milano, Parigi e New York. Ragionando su un possibile nuovo percorso per Perennials and Sutherland, che lavora soprattutto con il legno di teak e i tessuti, volevamo esplorare un materiale e una tecnologia diversi. Poiché avevamo modo di trovarci sempre in questi luoghi bellissimi ove la terra incontra il mare, ho pensato di chiamare la nuova collezione ‘Monaco’, per evocare quell’atmosfera di grande eleganza e la cultura cinematografica che la Riviera francese ci richiama alla mente: lo spirito di un’epoca perfettamente consonante al

profilo del brand. Il polipropilene 100% riciclato, stampato a iniezione con tecnologia gas moulding, si combina con materie prime pregiate in un progetto di alta qualità, accessibile a diversi budget di spesa: la poltroncina in materiale plastico rigenerato è la base della collezione, che via via si può arricchire di doghe in teak sui braccioli, sulla seduta e sullo schienale, e di imbottiti in tessuto. Per la presentazione alla Milano Design Week abbiamo disegnato un motivo rigato bianco e rosa, molto fresco, giocoso e in stile mare, che veste i cuscini del sedile e dello schienale; è anche lo sfondo di un ‘menu’ da bistrot, che illustra le diverse finiture della poltroncina e del tavolo coordinato, visualizzando le possibili combinazioni di colori e materiali”.

Due semisfere raccordano la linea della seduta e dello schienale che si prolunga nei
braccioli, e una vista laterale che evidenzia la struttura architettonica di Monaco, nei
disegni di Eugeni Quitllet.

GAUDÌ SULLA SPIAGGIA

Impilabile, monoblocco e stampata a iniezione con tecnologia gas moulding, Monaco è disegnata da Eugeni Quitllet: la versione base, in PP rinforzato con fibre di vetro, può essere ar-ricchita con braccioli, seduta e schienale in teak.
Il tratto fluido ed elastico che rende unico il design di Quitllet è congeniale anche alla scorrevolezza del polimero rigenerato, che costituisce circa il 30% del suo peso.

Quitllet definisce il suo “un design emozionale”: il mood di questa seduta è fatto di semplicità e di grazia, della levità del tocco che integra gli elementi di una tipologia classica dell’outdoor, la struttura tubolare con doghe, armonizzando cromie e texture e addolcendo gli spigoli senza trascurare un solido impianto ‘architettonico’. “Ho cercato di lavorare con linee minimal e forme semplici, usando le due metà di un cerchio che disegna la curvatura dello schienale e dei braccioli e si piega all’estremità di questi per racchiudere il sedile: questo incrocio di curve crea una forma che ti accoglie come una conchiglia – osserva Quitllet -. Ha un look molto alla Gaudì, un Gaudì ‘da spiaggia’, ma è anche un design facile da pulire: inoltre, le doghe sono assemblate con viti e possono essere rimosse facilmente se si danneggiano.

L’assenza di angoli retti, che in generale non amo molto, e la fluidità delle linee sono dettate anche dall’uso di un polimero riciclato, polipropilene post-industrial, cui è stata aggiunta fibra di vetro per il 30% del peso complessivo.

La carica compensa la disomogeneità della materia prima seconda, che ha bisogno anche di uno stampo con sezioni ad hoc per evitare tensioni e di linee fluide che favoriscano lo scorrimento e la distribuzione ottimale del polimero nello stampo, ulteriormente garantito dalla scelta dello stampaggio a iniezione assistito da gas. La sedia è monoblocco, impilabile e pesa circa 5 kg: in riva al mare o sul ponte di coperta di un’imbarcazione, è necessario un equilibrio tra leggerezza e massa capace di resistere al vento”.

IL MENU COMPLETO

I colori terracotta, bianco e grigio chiaro sono combinabili con una ricca varietà di tessuti waterproof nelle versioni corredate da imbottiti per sedile e schienale.
A corredo della seduta, Sutherland propone un tavolino con piano quadrato o circolare: le gambe sono regolabili per garantire stabilità ottimale su qualsiasi terreno d’appoggio.

“Insieme alla poltroncina abbiamo realizzato un tavolo con piano quadrato o rotondo, anch’esso molto semplice, sorretto da quattro gambe centrali, che sono dotate di un sistema di regolazione della lunghezza per garantire la stabilità del tavolino senza aggiungere alcunché per fare spessore su terreni lievemente sconnessi. Il piano può essere in alluminio come la struttura, in teak naturale o in Dekton, un composito di Cosentino simile alla ceramica, con una texture vellutata.

Le sedie sono disponibili in tre colori, bianco, terracotta e un grigio chiaro, combinabili con una gamma di tessuti molto ampia. Ho scelto queste tonalità perché si sposano bene con il colore del teak naturale, conferiscono eleganza alla materia plastica e ricordano da vicino le tinte del Mediterraneo.

La terra e il mare sono per me come la realtà e il sogno, separati da una linea sottile. E il mio design – conclude Eugeni Quitllet – è pensato per stare bene in entrambe queste dimensioni”.

A.F.